È un argomento che ho già trattato più volte ma continua a rimanermi il dubbio.
Citando il catechismo :
85 “L'ufficio di interpretare autenticamente la Parola di Dio scritta o trasmessa è stato affidato al solo Magistero vivente della Chiesa, la cui autorità è esercitata nel nome di Gesù Cristo”, [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 10] cioè ai vescovi in comunione con il successore di Pietro, il vescovo di Roma.
Mi sembra logico dedurne (sempre si possa parlare di logica quando si tratta di religione) che qualora un cattolico si trovi in disaccordo con il pensiero ufficiale della chiesa allora non possa definirsi cattolico.
Qualcuno più esperto di me in materia potrebbe fornirmi qualche chiarimento?
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