27/04/09

A volte mi capita di ...

… non sempre, solo a volte. Con una certa frequenza magari. Non una cosa eccessiva. Solo …





… solo, così, giusto per parlare, potrei definirne la frequenza come: episodica.



Mi capita. Non è una cosa consciamente voluta. Non si tratta di un lussurioso indulgere. Non può essere etichettato come piacere masochistico.



Lo definirei, se mi passate la figura retorica (di cui a quest’ora non mi do la pena di ricordarmi il nome), un estratto conto della mia vita (il termine bilancio mi pare abusato come i puntini di sospensione o gli incisi esposti tra parentesi).



Parte tutto da qualcosa di insignificante. Un pezzo di carta. Un motivetto canticchiato. Una macchia di inchiostro.



Da li si scatena un effimero collegamento tra le mie sinapsi e si avvia un mnemonico meccanismo di isteresi.



Da un singolo ricordo, positivo o negativo, inizio a compararne l’esito con esperienze analoghe fino a sfumare sempre di più l’analogia per allargare il campione statistico di esperienze da me vissute.



La mia vita è positiva o negativa ?



Fortunatamente mi rendo conto che non ha senso valutare le cose in termini relativi e che sia impossibile valutarle in termini assoluti.



Quindi mi rilasso, la mia vita mi piace, le mie esperienze mi piacciono, i miei dolori mi piacciono, tutto ciò che ho vissuto mi piace, non valutato semplicemente fine a se stesso ma nell’ottica di un’espressione che come risultato ha ME.



Ok, la formula non è finita e c’è ancora molto lavoro da fare e so che potrei cambiare idea.



Per adesso, in ogni caso, mi gusto il piacere (decisamente raro a quanto mi vedo attorno) di poter apprezzare tutta la mia vita, ogni singola frazione infinitesimale di secondo.



Adoro questo blablabla che ogni tanto mi concedo, voi no ?